San Francesco e la sequela di Gesù (I)
Nel pomeriggio, un numero nutrito di fedeli ha ascoltato per tre quarti d’ora, quasi in apnea, la meditazione di Mons. Morosini su San Francesco imitatore di Cristo.
Prima di inoltrarsi sul rapporto dell’eremita paolano e la Croce, l’Arcivescovo di Reggio ha voluto dedicare una meditazione sul modo in cui Francesco ha seguito Gesù e quale tipo di sequela ha proposto ai suoi figli e figlie spirituali. Infatti, ogni cristiano deve seguire Cristo, ma nella vita religiosa i Fondatori scelgono un particolare aspetto di Cristo da voler imitare; San Francesco sceglie di imitare il Cristo penitente: ossia il Cristo nel deserto tentato da Satana, il Cristo che sale al Calvario portando la Croce. Da qui la vita quaresimale che egli tradusse nella Regola definita: Vita e Regola, ciò ad indicare che essa, prima di essere un insieme di norme da rispettare, è ciò che scelgo liberamente e per amore. San Francesco guardando il Crocifisso ha imparato ad amare, perché il Crocifisso è l’immagine dell’amore perfetto, che ci dice: Così dovete amare! C’è dunque una relazione profonda tra l’austerità di vita di San Francesco e l’amore, la carità da lui predicata e soprattutto incarnata, perché tale austerità non porta mai alla chiusura, all’insensibilità, semmai all’apertura del cuore specialmente verso chi è nella difficoltà.