Brevi meditazioni per il Santo Rosario – 3 –

Misteri dolorosi

Primo Mistero: L’agonia di Gesù nel Getsemani

La Luce del mondo viene immersa nelle tenebre dell’angoscia. Nell’orto degli ulivi Gesù sa già che sarà abbandonato, tradito e ingiustamente condannato e sperimenta la paura. Ma in questo mare di angustia confida nel volere del Padre: “Però non come voglio io, ma come vuoi tu”. Sapere che tutto è nelle mani di Dio e che, anche quando tutto sembra perduto, nulla sfugge al suo controllo è la speranza che disarma ogni nostra disperazione, è la luce che squarcia ogni oscurità esistenziale.

Secondo Mistero: La flagellazione di Gesù

Il sangue di Cristo, versato durante la flagellazione, è il simbolo supremo della purificazione dei nostri peccati. Ne sarebbe bastata una goccia per lavarci dal nostro peccato, per salvarci dalla giusta condanna, ma Egli volle versare copiosamente il suo sacratissimo sangue, in un atto di amore infinito. Egli ci mostra che non esiste macchia che nel suo sangue non possa essere lavata, non esiste peccato dal quale non possiamo essere redenti.

Terzo Mistero: L’incoronazione di spine

Gesù coronato di spine ci mostra il volto inedito di un Dio che non salva nella potenza ma nella debolezza. Cristo non risponde alla tracotanza e cattiveria dell’uomo ricambiandolo con la stessa moneta. Egli ci dona, come sempre, un insegnamento nuovo: la mitezza, l’amore e il perdono sono l’unica risposta al male del mondo, l’unica capace di zittirlo per sempre.

Quarto Mistero: Gesù porta la Croce al Calvario

Bonhoeffer scriveva che i cristiani stanno vicino a Dio nella sofferenza. Nel viaggio verso il Calvario, la Scrittura e la tradizione ci narrano di alcuni incontri del Cristo sofferente. In essi l’umanità mostra la sua vicinanza al Dio che patisce. Ancora oggi, ogni cristiano che assume su di sé il dolore del fratello, asciuga il volto di Cristo, porta la Croce con Lui, piange insieme a Lui. Questi fratelli e sorelle sono raggi di speranza che ognuno di noi è chiamato a irradiare.

Quinto Mistero: Gesù è Crocifisso e muore in Croce

Quale solida speranza è spuntata come virgulto vigoroso dall’albero della Croce! Per mezzo di essa sappiamo che Dio ci ama perché è morto per salvarci, perché ha perso tutto per guadagnare noi. Dinanzi alla Croce ogni uomo può dire come san Paolo: “Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Su quel Legno la morte è stata vinta dalla certa speranza di una vita senza fine, l’odio dall’amore, il peccato dal perdono. “Salve, Croce, unica speranza”.

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