Primo Mistero: L’Annunciazione
«Il Signore è con te». La fede nel compimento delle promesse divine prima dell’Annunciazione, e la certezza della fedeltà di Dio dopo di essa, hanno reso la speranza di Maria forte contro ogni speranza. Soltanto l’unione con Dio può mantenere accesa la speranza nel cuore dell’uomo, perché in realtà è la certezza della Sua presenza la sola speranza di salvezza per il genere umano.
Secondo Mistero: La Visita di Maria a Santa Elisabetta
«Andò in fretta verso la montagna». Una vita piena di slancio nel farsi prossimo di chi è nel bisogno, per rendergli -con il proprio amore- ragione della speranza che porta in sé… Nella prima opera che Maria compie subito dopo l’Annunciazione si può ammirare un frutto della vera speranza, quella cristiana: un agire informato dalla carità, che sublima ogni azione ordinandola al regno dei cieli.
Terzo Mistero: La Nascita di Gesù
«Lo deposero in una mangiatoia». Dal momento in cui l’Angelo si allontanò da Maria, il suo fu un cammino in salita, tanto difficile da far dubitare chiunque sulla veridicità di quelle parole «sarà grande…». Eppure, lei trovò nella speranza la forza per perseverare nella volontà di Dio, perché non l’aveva fondata sulla ricerca di sicurezze umane, ma sulla certezza della grazia di Dio che accompagna nella prova coloro che accolgono docilmente la Sua volontà.
Quarto Mistero: La Presentazione di Gesù al Tempio
«Che il tuo servo vada in pace…». È la virtù ciò che rinnova continuamente la giovinezza dell’uomo. Anziano per l’età, il vecchio Simeone rivela con le sue parole la forza e la pienezza della vita di chi è grande nello spirito. In quel tempo della vita che la società considera senza prospettive e priva di speranza, Simeone mostra come proprio in quel momento la speranza deve prendere vigore, perché si avvicina il tempo in cui essa -con la fede e la carità- si perfeziona e si consolida, restando viva per sempre. C’è vera vita…. finché c’è speranza!
Quinto Mistero: Il ritrovamento di Gesù nel Tempio
«Lo trovarono nel Tempio». Non c’è creatura che non sperimenti nel proprio cammino la lontananza di Dio, e quindi la paura e lo smarrimento. Come Maria e Giuseppe, ognuno deve afferrarsi proprio in quel momento alle promesse di Dio e, sostenuto dalla vera speranza, tornare sempre di nuovo “al Tempio del Signore”. La vera speranza si manifesta proprio nella prova, non si abbatte in essa, e quando Dio sembra nascondersi, è colei che fa rimanere saldi nella ricerca del Suo volto.