Beato Gaspare de Bono

* Gaspare De Bono

NOTE BIOGRAFICHE

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Gaspare nasce a Valencia da padre francese, Jean Bonom, e madre spagnola, Juana Isabel Monzó, il cinque gennaio 1530, vigilia dell’Epifania, per tale motivo gli è imposto il nome del primo dei Re Magi. Secondo di quattro figli è educato nella fede dai genitori. I De Bono, così fu trasformato in Spagna il cognome francese di Jean, erano considerati da tutti cristiani esemplari, dalla condotta integerrima. Quando Isabel all’età di quaranta anni divenne totalmente cieca, suo marito si prese cura di lei e dei figli ancora piccoli, con premura edificante: lavorava senza sosta, non facendo mancare il necessario alla sua famiglia, neanche la formazione elementare ai bambini, garantendo una vita dignitosa seppur povera, ma mai misera. Inoltre Jean si dimostrava padre e marito presente: non potendo più andare da sola alle funzioni religiose, Isabel era accompagnata dal marito che prima di recarsi a lavoro andava con lei in chiesa; nelle processioni si ponevano alla coda, per non recare disturbo, lui con il rosario appeso al collo, lei con pietosissimo sembiante, causando edificazione negli astanti. Questo, per sommi capi, era l’ambiente familiare nel quale crebbe il piccolo Gaspare, che influenzato da tali esempi, diventò presto assiduo alla recita delle preghiere, alla partecipazione alle processioni dei Misteri. A quindici anni chiese e ottenne di entrare nel Convento di San Domenico di Guzman, ma il suo futuro da domenicano fu, in pratica, stroncato sul nascere perché richiamato dal cognato per le condizioni di grave indigenza dei suoi. Così il giovane Gaspare trovò impiego come garzone in un negozio di stoffe. Il padrone del negozio vedendolo portato per lo studio gli fece frequentare il Collegio di Valencia. Volendo aiutare i suoi in modo più incisivo, nel 1550 si arruola nella Cavalleria del sovrano Re e Imperato Carlo V, continuando poi il suo servizio anche con il figlio Filippo II. Dopo numerosi successi però, nella Campagna di Lombardia del 1559, il De Bono, cade ferito mortalmente da un nemico che lo aveva scorto mentre era in perlustrazione dell’accampamento francese. Sentendo la vita venirgli meno invocò il patrocinio di San Francesco di Paola, facendo voto che se si fosse salvato sarebbe entrato nell’Ordine dei Minimi. Tornato sano e salvo a Valencia entrò nell’Ordine nel convento di San Sebastiano. Il 17 giugno 1561 fece la sua professione solenne.

I Superiori riconobbero in padre Gaspare il pieno dominio di sé, la totale dedizione a Dio con cuore indiviso, la perseverante e costante virtù, l’austerità e la mortificazione che lo facevano imitatore esemplare del Santo Fondatore e per queste ragioni nel ’63, dopo solo un anno e mezzo di professione, è ordinato sacerdote, dispensato dal compimento degli anni di studio richiesti. Si tramanda che padre Gaspare celebrò sempre con il fervore della prima Messa, facendo dell’Eucarestia centro e culmine di ogni sua giornata. Presto lo si giudicò all’altezza del ruolo di Maestro dei novizi, sebbene avesse solo 36 anni, e poco dopo fu nominato anche formatore dei chierici. Prudente, dolce, discreto, d’indiscutibile integrità, guidò i suoi alunni verso la piena adesione alla spiritualità Minima. Durò in questo incarico per almeno quindici anni nel convento di Valenza, ove in molti lo ritenevano incamminato speditamente verso la santità. Egli, invece, si considerava il peggiore degli uomini, detestabile e peccatore, privo di virtù, ma pieno di fiducia in Dio che avrebbe compensato la sua miseria con la sua misericordia.

Ma la santità che padre Gaspare non riconosceva e non vedeva in sé, era apprezzata da molti nell’Ordine e per questo che buona parte della sua vita la passò ad esercitare l’incarico di Correttore (Superiore) di svariate comunità. Il primo incarico di Correttore lo ebbe nel 1581 a Perpignan, poi a Fresneda l’anno successivo e via via, di convento in convento a dirigere i religiosi. Non si risparmiò alcuna fatica e certamente resta epica la sua raccolta di elemosine, del 1594, in tre province diverse della Spagna, andando di porta in porta, al fine di pagare il riscatto per la liberazione di alcuni religiosi Minimi catturati dai Mori e condotti in Africa come schiavi. La medesima estenuante questua dovette affrontarla nel 1596, sempre per la liberazione di un gruppo di frati. Scelto in quello stesso anno quale Vicario del Correttore Provinciale di Valencia, si prodigò anche alla fondazione di nuovi conventi. Fu nel 1602 che con grande disgusto del suddetto padre, avvenne la sua elezione a Provinciale di Valencia.

Intanto la salute precaria congiunta alla purificazione mistico-passiva, lo accompagnarono in questo ultimo tratto di vita. Tumore alle vie urinarie, gotta, piaghe fistolose, sono alcune delle malattie che gli procurarono dolori inauditi, affrontati con pazienza e pieno abbandono in Dio che le permetteva. Ma la prova più dolorosa fu quella dell’aridità di spirito, sino a credere di aver perduto la comunione con Dio ed essere ormai in mano al demonio. La prova però fu superata, uscendone con una fede totalmente purificata, e la volontà conformata a quella di Dio.  Il 14 luglio 1604, sorella morte bussò alla porta del beato padre la cui salma, esposta lo stesso giorno in chiesa, fu onorata da un concorso impressionante di gente, verificandosi inoltre molti fatti prodigiosi. Il 17 luglio, al momento della sepoltura continuavano numerosi i miracoli, tanto che immediatamente si chiese all’arcivescovo di Valencia, di implorare dal Papa l’inizio del processo di canonizzazione del padre Gaspare, che fu beatificato però molto tempo dopo, il 10 settembre 1786. Il suo corpo rimasto intatto, era conservato in un’urna di cristallo, perché i fedeli potessero vederlo e omaggiarlo. Questo durò sino al 1836, anno in cui, imperversando la guerra civile spagnola, il corpo fu profanato, di esso attualmente non restano che poche ossa venerate nella chiesa di San Nicola.

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