* San Giovanni della Croce

NOTE BIOGRAFICHE

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Nasce a Fontiveros (Avila) nel 1542 (non si conosce la data precisa), da Gonzalo Yepes e Caterina Alvarez, genitori di Francesco, Luigi e appunto Giovanni. Vive un’infanzia povera a causa della morte inattesa del padre che li costringe a cambiare diverse volte dimora, in cerca di più sicuri mezzi di sussistenza. Nel 1551 la famiglia fissa finalmente dimora ad Arévalo, ma ormai sono solo Caterina, Francesco e Giovanni, infatti anche Luigi, secondo genito muore prematuramente.

Giovanni riceve una formazione scolastica primaria e un addestramento artigianale nel Collegio “de los doctrinos” di Medina del Campo; successivamente, per venire incontro ai bisogni della famiglia si lancia in molteplici lavori: falegname, sarto, pittore, intagliatore, il commesso ed aiutante infermiere nell’ospedale della Concezione.  Dal 1559 al 1563 compie gli studi umanistici nel Collegio dei Gesuiti di Medina e proprio nel 1563 veste l’abito religioso tra i Carmelitani col nome di Giovanni di San Mattia. Tra l’estate e l’autunno del 1964 fa la sua professione religiosa. Le sue capacità artistiche vengono notate e per tre anni è immatricolato “artista” nell’Università di Salamanca. Il 1567 è un anno di grandi eventi: ad aprile è nominato Prefetto degli studenti del Collegio di Salamanca e nell’estate è ordinato sacerdote. A Medina canterà la sua prima messa dinanzi alla sua amatissima madre. Ed è proprio a Medina che avviene l’incontro che cambia la sua vita, quello con santa Teresa d’Ávila. La riformatrice del Carmelo lo conquista con il suo progetto di riforma. Il 9 agosto 1868 si reca a Valladolid con Madre Teresa di Gesù per la fondazione delle Scalze e vi rimane fino ad ottobre. Appresa dettagliatamente la nuova forma di vita riformata si sposta a Duruelo (Ávila) ove adatta un cascinale a primo convento dei Carmelitani Scalzi. Il 28 novembre insieme a tre confratelli inaugura la vita riformata alla presenza dei Superiori. È nominato formatore degli Scalzi. La crescita (moderata) della comunità di Scalzi richiede un cambio di dimora e nel 1570 il gruppo di frati si trasferisce a Macera de Abajo (Salamanca). Giovanni continua a essere il maestro dei novizi Scalzi e come tale si reca a Pastrana (Guadalajara) per organizzarvi la vita del noviziato degli Scalzi. L’anno successivo viene destinato ad Alcalá de Henares per svolgervi l’ufficio di rettore del primo Collegio di Carmelitani Scalzi fondato da poco con le vocazioni da lui stesso formate. Dal 1572 al 1576 svolge l’incarico di confessore e “vicario” del monastero delle Carmelitane dell’Incarnazione, su richiesta di santa Teresa che era diventata priora di quella comunità ove aveva trovato non poche resistenze e opposizioni da parte delle religiose che non volevano in nessun modo la riforma. Ma le contrarietà ci sono e sono molto forti anche nel ramo maschile, poiché i Calzati vogliono in ogni modo fermare la riforma della Madre Teresa di Gesù e di padre Giovanni della Croce. Nel 1576 viene fatto prigioniero dai Calzati di Avila, ma è presto scarcerato grazie all’intervento del Nunzio. Diverso epilogo fu quello del suo secondo incarceramento, stavolta a Toledo nel 1577. La notte del 2 dicembre, infatti, viene strappato dalla sua casetta dell’Incarnazione  di Ávila per essere condotto al convento dei Calzati di Toledo ove è rinchiuso per più di otto mesi nel carcere conventuale in una cella sempre buia, ove non è possibile stare ritti in piedi. Malnutrito, malato, isolato e maltrattato Giovanni nella celletta di Toledo scrive alcune tra le sue prime poesie. Riesce a fuggire dal carcere nel 1578, probabilmente il 17 agosto. Si rifugia nel monastero delle Carmelitane Scalze che lo nascondono e coraggiosamente affrontano i Carmelitani Calzati venuti a cercarlo, impedendogli l’entrata in clausura. Giovanni è finalmente libero.

Il decennio che va dal 1578 al 1588 lo trascorre in Andalusia. Nel 1578 è infatti eletto Vicario del convento andaluso del Calvario (Jaén), ufficio svolto per circa sette mesi e mezzo. Il 1579 giorno 14 giugno inaugura la fondazione d’un Collegio si Scalzi di cui è nominato rettore. Nel marzo del 1581 partecipa al Capitolo della “separazione” in cui è eretta la Provincia indipendente dei Carmelitani Scalzi; ed è eletto terzo Definitore. Verso il 25 novembre di quell’anno incontra per l’ultima volta S. Teresa ad Avila: la Madre ormai molto malata renderà l’anima al Signore il 4 ottobre 1582. Dal gennaio del 1582 all’ottobre 1585 ricopre l’incarico di Priore di Los Mártires a Granada. In tutti questi anni p. Giovanni continua a essere un punto di riferimento anche per le Carmelitane Scalze. Il 1584 è l’anno della stesura del Cantico Spirituale e di altri trattati spirituali, mentre i due anni successivi intraprende spesso numerosi viaggi, giungendo persino a Lisbona e fondando nuovi conventi di Carmelitani Scalzi e monasteri di Carmelitane Scalze. Gli ultimi tre anni della sua vita li trascorre in parte come Priore del convento di Segovia. Al Capitolo Generale del 1591 non gli viene affidato alcun ufficio, si offre allora per andare in Messico, ma i Superiori dopo un primo consenso cambiano opinione e gli ripropongono di ritornare a Segovia come Priore ma lui rifiuta. Una scelta coraggiosa: Giovanni della Croce sa di essere amato a Segovia, atteso dai suoi confratelli, sa che li avrebbe avuto una permanenza serena, per questo rifiuta, per andare incontro alla Croce di Cristo. Inviato a Peñuela il 10 agosto viene infamato da alcuni frati del convento, a lui contrari. Qui iniziano a manifestarsi delle febbri che non lo abbandoneranno sino alla morte. Il 28 settembre parte ammalato per Ubeda (Jaén) ove due mesi dopo, nella notte tra il venerdì 13 e il sabato 14 dicembre muore santamente, ma solo, tra l’indifferenza dei frati. Ha 49 anni.

Il 25 gennaio 1675 è beatificato da Clemente X e il 27 dicembre 1726 è canonizzato da Benedetto XIII, il 24 agosto 1926 è dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI.

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