San Francesco e la sequela di Gesù (II)

Abbiamo vissuto questo quarto giorno di esercizi alla scuola di San Francesco di Paola che ci insegna a contemplare il Crocifisso, chiave interpretativa di ogni evento della nostra vita e in modo particolare di quelli difficili. Guardare Cristo sofferente a causa dei peccati degli uomini, ha motivato la scelta di San Francesco di vivere tutto mortificato, come scriveva l’Anonimo suo contemporaneo. Camminare con il Cristo sofferente è stata, per il Santo di Paola, una scelta d’amore. La vita quaresimale da lui strutturata nella Regola per il suo Ordine, non può essere abbracciata con lo sterile proposito di adempiere a dei precetti imposti, ma è una scelta libera d’amore, la scelta di stare accanto a Cristo, di camminare con Lui, è la risposta concreta di quel Seguimi, che leggiamo nel Vangelo e che Cristo indirizza ad ogni cristiano, specificando però che chi vuol andare dietro a Lui deve prendere la sua Croce, ogni giorno. Ebbene, San Francesco ha accolto l’invito di Gesù, ha compreso che nel perdere la sua vita l’avrebbe salvata e ha scelto la via dell’ascesi poiché sapeva che la sequela deve fare i conti con la fragilità umana e l’ascesi è il modo per dominare e superare questa fragilità che lo stesso Cristo dovette affrontare: ebbe fame nel deserto; pianse dinanzi alla tomba di Lazzaro, ebbe paura nel Getsemani; si sentì abbandonato sulla Croce.

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