* Giuseppina Bakhita

NOTE BIOGRAFICHE

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Giuseppina Bakhita nacque nel 1869 a Olgossa nel Darfur, Sudan. Era solo una ragazzina quando fu rapita, fatta schiava e venduta più volte. Subì atroci torture lungo tutto questo periodo.

Nel 1882 fu comprata dall’agente consolare italiano Calisto Legnani e con lui giunse in Italia. Questi la donò ai coniugi Augusto e Turina Michieli che abitavano a Mirano (Venezia). Nata la piccola Alice (Mimmina), Bakhita divenne una sorta di bambinaia per la primogenita dei suoi padroni. Tornò in Africa con loro per un anno, poiché il signor Michieli aveva comprato un hotel, dopo la signora Turina decise di rientrare a Mirano. Trascorsi due anni, dovendo fare ritorno in Africa, decise di lasciare Mimmina e Bakhita in Italia perché quest’ultima ricevesse un po’ d’istruzione. Furono ricevute dalle Suore Canossiane nel Catecumenato, ove venivano preparati adulti stranieri e locali a ricevere il Battesimo. E sebbene la bambina fosse già stata battezzata, si ottenne di non dividere Alice dalla bambinaia. Alla scuola delle Canossiane Bakhita conobbe quel Dio che nel cuore sentiva sin da piccina quando guardando il sole, la luna e le stelle, si chiedeva chi fosse il padrone di quelle cose così belle.

Quando nove mesi dopo la signora Michieli tornò a reclamare i suoi diritti su di lei, Bakhita si rifiutò di seguirla, non avendo ricevuto il Battesimo, e perché una volta divenuta cristiana non avrebbe potuto professare la sua fede in Africa. La signora e sua figlia montarono su tutte le furie, intervenne il procuratore del re per fermarle: in Italia non era permesso il mercato degli schiavi, dunque Bakhita era libera! Rimase dalle suore, ricevette il Battesimo e le fu posto il nome di Giuseppina, Margherita e Fortunata che è la traduzione di Bakhita. Passati altri quattro anni comprese che Dio la voleva per sé e che da parte sua non c’era altro desiderio che donarsi a Lui. Nel 1893 entrò nel Noviziato delle Suore Canossiane e nel 1927 emise la professione perpetua. Visse nella casa di Schio dove diede esempio di grande virtù, specie di obbedienza e di umiltà. Morì l’8 febbraio 1947. Fu proclamata santa il 1° ottobre 2000 da San Giovanni Paolo II.

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